Un uomo solo by Antonio Iovane

Un uomo solo by Antonio Iovane

autore:Antonio Iovane [Iovane, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-12-03T12:00:00+00:00


È un fantasma, non sorride, esce di scena, Dalida lo incrocia, scuote il capo, è a lei che spetta il riscatto, la rimonta, Tenco le passa davanti, non la guarda neanche in faccia, tira dritto, si allontana, Mike Bongiorno annuncia l’ingresso di Dalida ed eccola, la stella, sale sul palco, Tenco resta lì dietro, è nervoso, a disagio, si direbbe guardandolo. Dalida ha cominciato a cantare ed è puro teatro, ha un’espressione dimessa, le braccia lungo il corpo, la testa leggermente reclinata, si vede subito che c’è qualcosa di diverso, che differenza tra l’autore e la diva, è la stessa canzone, la stessa strada bianca, eppure non sembra la stessa canzone, la stessa strada bianca, Dalida sa che il brano con lei deve crescere, scandisce ogni parola, e arrivano di nuovo il grano, i campi, il giorno, il sole, la voce della diva sale con la musica, Dalida cresce anche fisicamente, non è più dimessa, le braccia sono libere mentre esegue i versi finali della strofa, con lei quel domani è prolungato, intenso, potentissimo, poi la strofa finisce sul via ed è tutto pronto, Dalida ha caricato ogni parola, ogni gesto, ogni espressione, il corpo e la voce possono liberarsi, Dalida alza il braccio destro verso l’alto, è un’esplosione, è lo stesso Ciao amore, ciao ma sembra un altro Ciao amore, ciao. Che differenza, che viaggio, che passaggi tra quell’inizio pieno di quiete e quell’esplosione finale, si rimane incantati, non c’è altro da dire, incantati.

Tenco fa ritorno nel camerino, mentre la voce di Dalida continua a riempire i corridoi del Casinò, è stanco, stordito, sente lo scroscio di applausi per la diva, che dopo tre minuti appare, fa irruzione nel camerino, trova Luigi stravaccato, assente, gli urla che è stato un disastro, un disastro, gli chiede Perché diavolo non sei entrato a tempo, sembravi ubriaco, Luigi. Tenco ha gli occhi socchiusi, Senti, Dali, chi se ne frega, è un pubblico di merda, di musica non sa nulla, dammi retta, nulla. A Dalida non basta, certo che non basta, Come fai a non capire? E a me? A me non ci pensi, Luigi? Ora è meno impetuosa, si è calmata, Tenco si sente uno schifo, non risponde, e guardatela la diva come diviene docile davanti a Tenco, lei che si permetterà di aprire i concerti con le prime note di Also sprach Zarathustra, come solo Elvis Presley osava fare, guardatela come è accondiscendente con l’inconnu, guardate come l’amore stravolge, guardate come si riduce, lei che venderà ottantasei milioni di dischi nel mondo, guardate come si riduce chi si innamora.

Dalida gli dice Andiamo, è il momento.



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